Buchmesse, tripudio di pubblico per Erri De Luca al Padiglione Italia
(Adnkronos) – Il caffè letterario, uno dei ‘vicoli’ della Piazza Italiana progettata dallo studio Stefano Boeri Interiors, è stata letteralmente assaltata dal pubblico per il l’incontro 'Di Genesi incerta' che ha visto protagonista lo scrittore Erri De Luca e il fisico Guido Tonelli. Sin da un’ora prima del panel, iniziato alle 12.30, i posti a sedere andavano esauriti, non solo sulle sedie. Con due personaggi del calibro di De Luca e Tonelli, il pubblico lo aveva previsto: sarebbe stato un incontro appassionante. E non aveva torto. “Ho scritto Genesi per spiegare cosa dice la scienza contemporanea dell’origine del mondo e nasce dalla consapevolezza che fin dai tempi più remoti, è stato chiesto di spiegare le origini del mondo e cosa ci circonda. La scienza che cerca di dare un ordine alle cose ha un impegno, i nostri figli avranno uno strumento in più per capire come si muoverà la società del futuro”, esordisce il fisico Guido Tonelli. “Sono molto più lettore che scrittore – ammette Erri De Luca – ricevo molta più felicità e allargamento di campo della mia conoscenza da quello che leggo che da quello che scrivo. Nella mia specialità di lettore ho voluto studiare l’ebraico antico per poter leggere il testo di rivelazione del monoteismo nella sua lingua originale. Volevo sapere com’era fatta questa lingua che si era presa la responsabilità di introdurre il monoteismo dentro il politeismo cancellandolo completamente, senza avere nessuna forza militare per farlo. Ho cominciato con il libro che noi chiamiamo genesi, che nella sua forma originale si chiama ‘in principio’. Quindi a differenza dell’idea che noi abbiamo della genesi, che è qualcosa che succede in divenire, nella creazione del mondo non c’è nessuna genesi. C’è un principio che irrompe nel nulla precedente da una divinità che decide di manifestarsi attraverso la creazione. La creazione è buia. Al secondo verso si legge: “E disse: sarà luce”, lì irrompe la luce perché la divinità lo dice. La parola della divinità fa avvenire la luce. Da quel momento in poi, per me lettore, la parola serve a illuminare”, racconta lo scrittore. “La potenza della letteratura ha la capacità di incantare gli umani e di cambiarli – dice Tonelli – Nella mia vita di scienziato sono quello che sono perché ho letto alcuni romanzi che mi hanno segnato in maniera potente, in letteratura alcune cose sono più vere. Per noi la verità è un concetto spurio, noi scienziati siamo addestrati ad esercitare il dubbio. Sono ateo – continua – ma sono grato verso questo meccanismo di cui siamo figli. Dobbiamo aver cura del nostro pianeta e dell’universo immateriale in cui viviamo perché potrebbe sparire da un momento all’altro. Dobbiamo fare tesoro dei nostri comportamenti”. “Gli scienziati non fanno altro che ricordarci che il mondo finirà, ma questo non ci impedisce di svegliarci lieti la mattina e di ringraziare il fatto che ci siamo ancora – risponde De Luca – Io posso essere grato per quello che mi offre la letteratura. Il fatto di essere felici vuol dire essere vivi e il fatto di essere vivi comporta anche tutti gli scongiuri che facciamo ogni volta che uno scienziato ci dice che siamo alle strette”, la sala ride alla battuta di De Luca che continua: “Gli scienziati ci raccontano come finisce il mondo e come noi possiamo accelerare questo processo. I posteri ci insulteranno per come abbiamo trattato questo pianeta e dovranno inventare una scienza e un’economia della riparazione”. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)